In provincia 400 imprese rischiano di non farcela Ma nel ’22 attesa la svolta

13 Aprile 2021 (Messaggero Veneto)

Mio: «Le previsioni danno speranza, le chiavi: commercio di prossimità e digitale» Patto Ciriani-Marchiori per trasformare “Sviluppo e territorio” in un distretto

MARTINA MILIA13 APRILE 2021 Il 2020 è stato l’anno orribile per il terziario. La pandemia ha fatto sì che in provincia si sia registrata la chiusura di 88 aziende (di cui 77 del commercio), ci sia stato un – 16 per cento tra le imprese “nuove nate” e che ci siano circa 400 imprese (di cui 200 nel commercio, centro nei servizi e altrettante nel turismo) “zombie”: non più operative, ma che non hanno ancora formalizzato la propria condizione. In questo scenario – dati di Format Research presentati all’assemblea di Confcommercio, in modalità digitale – è previsto un calo dell’occupazione dell’11% (contro il 15 regionale).
A dare un segno di speranza sul fatto che il peggio sia passato – campagna vaccinale da un lato e stagione favorevole dall’altra danno un orizzonte più ottimista – è stata l’analisi di Chiara Mio (economista e presidente di Friuladria Credit Agricole) e anche le risposte degli associati Ascom a un sondaggio: se uno su due pensa che comunque il 2021 sarà come il 2020, oltre il 90 per cento è convinto che il 2022 sarà l’anno della svolta.

Partendo dalle previsioni del Pil, Mio ha analizzato che «per recuperare ci vorranno due anni. I consumi avranno bisogno di più tempo», ma questo al netto dei fondi Next generation Eu, da spendere e investire entro 2025. Le famiglie non sono necessariamente più povere, ma hanno paura: «Come banche non abbiamo mai avuto tanti depositi liquidi come in questo momento. Le persone hanno paura del futuro». Ma mano a mano che l’immunizzazione della popolazione aumenterà e se l’occupazione terrà – le banche chiedono la proroga delle moratorie, anche sui debiti –, la «propensione al risparmio rientrerà e aumenteranno i consumi». I dati dicono anche che «chi ha pagato di più economicamente sono i ragazzi da 16 a 29 anni, mentre gli anziani sono stati più a rischio in termini di salute, ma sono più garantiti». Ecco perché il Next generation dovrà riequilibrare questo divario sociale.

Tra i settori, il terziario – che in provincia vale il 63% delle imprese – ha sofferto di più. Secondo Format Research, (l’indagine è su un campione di circa 1500 realtà aziendali), nel 2020 un’azienda del terziario ha perso un terzo dei propri ricavi (29%) rispetto al 2019. Per gli alberghi il calo è stato del 62%, per la ristorazione del 52%, per il commercio “no food” del 38%. Solo l’alimentare ha guadagnato un + 3%. Come riguadagnare terreno quando i consumi torneranno? Mio, partendo dalle risposte degli associati, ha indicato due direttrici: la prima è l’utilizzo della digitalizzazione «dove l’e-commerce va considerato strumento complementare e non sostitutivo al commercio tradizionale». La seconda chiave è la riscoperta del commercio di prossimità: «Le persone hanno grande bisogno di ritrovare la relazione». L’attenzione al cliente si vedrà anche nella capacità di mettere a sistema alcune accortezze legate all’igiene e alla salute che sono divenute necessarie con la pandemia.

Il presidente di Ascom Alberto Marchiori e il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani si sono vicendevolmente ringraziati per il lavoro di squadra di questi anni. «Grazie a Pordenone e al sindaco Ciriani abbiamo ottenuto Sviluppo impresa» ha detto l’uno; «Sviluppo impresa porta il nome di Alberto Marchiori» ha restituito l’altro. In ogni caso la collaborazione andrà oltre i convenevoli: «Partita fondamentale sarà il distretto del commercio: potremmo costruire un collettore di finanziamento unendo Comuni e confcommercio e, grazie ad Ascom, abbiamo già il vettore per realizzare il distretto ovvero Sviluppo e territorio, aprendo ad altri Comuni». Il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, nei saluti, ha ringraziato l’associazione per la collaborazione. Marchiori si è congedato ricordando che «a fine anno concluderò il mio mandato. In questi anni non saremo stati simpatici a tutti, ma ci siamo impegnati in ogni modo per dare sostegno alle imprese. E continueremo a farlo perché sappiamo che ci sono imprenditori davvero disperati». —

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