Confcommercio: pressione della malavita sulle imprese durante il Coronavirus
(Corriere della Sera) 7 giugno 2020 Dopo liquidità, costi e crollo dei consumi, anche l’usura e i tentativi illeciti della malavita di impadronirsi delle aziende sono tra gli ostacoli all’attività delle imprese del commercio e della ristorazione durante l’emergenza Covid-19. Un 11% di imprese, secondo un’indagine di Confcommercio in collaborazione con Format research, indica nella criminalità «un ulteriore, pericoloso ostacolo» allo svolgimento della propria attività; in particolare, circa il 10% degli imprenditori, in questo periodo, «risulta esposto all’usura» o a tentativi di «appropriazione `anomala ́» dell’azienda. E la percentuale cresce fino a quasi il 20% per quegli imprenditori che sono molto preoccupati per il verificarsi di questi fenomeni nel proprio quartiere o nella zona della propria attività.
Il 67,4% delle imprese intervistate giudica comunque «molto» o «abbastanza» efficace l’azione delle Forze dell’ordine e della Magistratura, per contrastare l’azione della criminalità e il 66% del campione ritiene «molto» o «abbastanza» efficaci le diverse forme di collaborazione in atto tra Autorità centrali e locali, Forze dell’Ordine e Magistratura da una parte e Associazioni di categoria
degli imprenditori e altre forze della società civile dall’altra per contrastare l’azione della criminalità ai danni delle imprese. Fondamentale anche ricorrere subito alla denuncia per il 60% del campione. Però ancora oggi quasi 1 impresa su 3, di fronte a questi fenomeni criminali, non sa cosa fare. Dall’indagine risulta che carenza di liquidità e calo dei consumi hanno rappresentato il principale ostacolo all’attività di impresa durante l’emergenza mettendo in difficoltà il 60% delle imprese del commercio e della ristorazione; quasi il 30%, invece, tra burocrazia e le necessarie procedure di sanificazione, igienizzazione e altri protocolli di sicurezza, ha visto incrementare i costi.
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