Stop allo sci, dura reazione di Confcommercio

E Da Pozzo stigmatizza sia il metodo sia le esternazioni degli esperti. “Anche oggi la solita, quotidiana dichiarazione di Ricciardi e altri vari esperti, che non capiamo a quale titolo istituzionale parlino continuamente e direttamente con i media, con toni allarmistici e di indubbia efficacia nel terrorizzare la pubblica opinione, invece di raccordarsi con le istituzioni che rappresentano i territori e il popolo italiano, a partire dal ministro della salute e dal neopresidente del Consiglio. Persone che hanno trovato un’inaspettata visibilità mediatica in conseguenza della situazione sanitaria e che però continuano a rendere incerto il clima di fiducia e ripresa a cui guardano cittadini, imprese e lavoratori dopo un anno di lunga agonia, sacrifici e continue chiusure a singhiozzo”.

Per Da Pozzo, “la riapertura il 5 marzo, che ora ci pare anch’essa un punto di domanda, è una presa in giro. Pensare che i primi di marzo ci possano essere condizioni per poter dare un minimo di sostenibilità alle attività turistiche che operano all’interno dei poli sciistici, è follia. In rappresentanza delle categorie interessate, la ritengo un’offensiva presa in giro. Come Confcommercio regionale e in rappresentanza delle Confcommercio dell’arco alpino non possiamo che augurarci che questo sia l’ultimo colpo di coda di un metodo che produce scarsi effetti e inoltre punta il dito solo su alcuni comportamenti legati a specifiche attività economiche, mentre trasporti, scuole e assembramenti vari continuano nel Paese nell’assoluta indifferenza”.

“Si è appena insediato il nuovo Governo, a cui le categorie hanno dato ampia fiducia e verso cui nutrono grandi attese. È indispensabile un cambiamento nell’immediato di molte modalità di lavoro, da un lato per contrastare il fenomeno epidemiologico e dall’altro per ridare una parvenza di tranquillità al Paese, facendo ripartire in sicurezza un’economia sempre più scoraggiata e messa in difficoltà”, conclude Da Pozzo.

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