Nord-Est alla sfida della tecnologia “Così attiriamo gli investimenti”
Hanno il grembiulino con il fiocco e si portano lo zaino sulle spalle, siedono sui banchi delle elementari, ma due bambini su tre, che oggi frequentano una scuola in Italia, non sanno che lavoro faranno quando saranno grandi. Semplicemente perché quella professione, adesso, non esiste. È uno dei dati più interessanti e sorprendenti emersi nel corso del dibattito a più voci de «Le sfide dell’innovazione», tappa del viaggio nell’Italia che investe sul futuro, organizzato da «La Stampa» e «Messaggero Veneto». Viaggio che ieri ha toccato il profondo Nordest, più precisamente Buttrio, quartier generale di Danieli, tra i leader mondiali dell’acciaio, una delle realtà industriali più dinamiche e innovative del Paese. Taglio del nastro con tutte le autorità per la nuova sede di Digi&met, la punta di diamante di tecnologia e ricerca Made in Friuli, che ambisce a guidare la casa madre nei processi di sviluppo e crescita da qui ai prossimi anni. «Danieli guarda il mondo con le radici e il cuore in Friuli Venezia Giulia e di questo siamo grati – ha sottolineato nel suo intervento il presidente leghista Massimiliano Fedriga -: non solo per le opportunità occupazionali e di formazione che offre, ma anche per le risorse che ricadono sul territorio».
Introducendo poi il convegno sulle sfide dell’innovazione, Fedriga ha voluto porre l’accento sulla necessità che la «Regione promuova meglio quello che di ottimo sta già facendo, attraendo così investimenti».
Tanti e di livello gli ospiti che si sono alternati sul palco, da docenti universitari a manager, da leader delle categorie a imprenditori, nell’open space di Danieli Automation. «Sull’innovazione si gioca il futuro del Paese – ha detto il vice direttore vicario de “La Stampa” Luca Ubaldeschi -. L’indice di digitalizzazione vede l’Italia tra gli ultimi in Europa, abbiamo parecchia strada da fare». È stato quindi Fabrizio Fornezza, presidente di Eumetra, a illustrare la ricerca sul rapporto dei cittadini friulani con la tecnologia. «Udine e la sua provincia – ha spiegato Fornezza – spiccano nel contesto delle aree urbane italiane, ai primi posti di molte classifiche sulla qualità della vita, sulla sicurezza o per il benessere economico. Ma quando si parla di tecnologia il discorso cambia: la tecnologia è valutata in modo positivo per quanto riguarda l’ambito del lavoro, ma in generale conta di più la relazione umana, diretta, tra persone. C’è poi una differenza “geografica”: la città capoluogo è più vocata alla rivoluzione, meno la provincia». Il presidente di Eumetra ha sottolineato poi che «la quota complessiva di laureati in provincia di Udine non è così elevata, si potrebbe fare meglio», mentre le opportunità di trovare un’occupazione grazie alla tecnologia «sono ampie, quasi a livelli di media europea».
Omar Monestier, direttore del «Messaggero Veneto», il quotidiano del Friuli, ha dialogato con il rettore dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia, con il presidente della Camera di commercio Pordenone-Udine Giovanni Da Pozzo e con Renzo Simonato, direttore generale per il Triveneto di Intesa Sanpaolo. Tema del colloquio a più voci una riflessione sui lavori che vedranno la luce in futuro, come l’analizzatore di big data o il risolutore di problemi complessi, e quelli che spariranno, che sono dozzine. Monestier ha poi dialogato con il professor Thomas Parisini sulle prospettive dell’innovazione.
«Dovremo condividere la conoscenza – ha concluso Parisini -. E un po’ imitare quello che, in questo campo, fanno i cinesi, dove 25 mila dipendenti sui 60 mila totali del colosso Huawei si dedicano esclusivamente a ricerca e sviluppo».