Non ci sarà più nessuno da assumere
20 giugno 2022 (ilFRIULI.it) Le aziende, già in difficoltà nel reperire lavoratori con una preparazione adeguata alle loro esigenze, tra non molto non avranno giovani da selezionare
Oggi le aziende lamentano difficoltà a reperire lavoratori, non soltanto in termini di preparazione alla mansione proposta (la metà delle aziende della regione denuncia ‘difficoltà di reperimento’), ma anche per numero di persone che rispondono alla loro proposta di assunzione. E, in futuro, sarà sempre peggio. Non è la previsione di un economista, ma semplicemente la dura sentenza dell’anagrafe.
In Friuli Venezia Giulia la classe di età attualmente più numerosa è quella che ha 57 anni: sono 20.733. Questo è il picco più alto, frutto dell’epoca del baby boom, poi la consistenza numerica cala progressivamente (anche per ‘cause naturali’). Guardando, però, alle classi più giovani il piano è ancora più inclinato.
Coloro che hanno oggi 40 anni e, quindi, una prospettiva lavorativa di ulteriori 25 sono 13.608, già in numero vistosamente ridotto rispetto ai loro ‘genitori’. Le generazioni che seguono sono ancora più esigue. I 25enni, che si affacciano in maniera massiccia al mondo del lavoro, sono appena 11.271. Poco di meno, precisamente 10.641, sono i residenti che hanno 13 anni, coloro che dopo la scuola media imboccano una specializzazione formativa verso una futura professione. Ma è guardando ai giovani germogli della nostra comunità che il divario è ancora più evidente. La ‘classe’ del 2021 in Friuli Venezia Giulia è costituita da 7.353 bambine e bambini.
Sono anni che si parla di denatalità, guardandone gli aspetti più evidenti, primo tra tutti lo squilibrio generazionale ai fini, per esempio, della tenuta del sistema previdenziale. C’è un effetto, però, ancora sottovalutato. Quello, cioè, della disponibilità non tanto di risorse umane qualificate, ma si ‘risorse umane’ e basta. Il primo effetto è abbassare l’asti-cella (cosa che sta già accadendo): la percentuale di eccellenti tra i giovani è costante, ma se il numero complessivo cala (senza considerare l’emigrazione dei nostri talenti) allora le imprese devono accontentarsi di quello che ‘passa il convento’. La conseguenza di lungo termine sarà più drammatica.Quali armi hanno a disposi-zione le aziende? La soluzione più rapida è l’immigrazione straniera, ma quella già quali-ficata oggi è merce rara e tutti i Paesi europei se la contendono. L’immigrazione interna all’Italia è un’alternativa, ma il Friuli per i talenti rimane poco appetibile (forse perché poco conosciuto). La ‘vera’ soluzione è invertire il crollo delle nascite, ma una politica efficace in materia non è ancora stata trovata (sempre che la si stia cercando).
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